Le opere pittoriche dell’artista Paola Marchi hanno la caratteristica, non comune, di dialogare con la nostra interiorità dopo il primo approccio visivo. Rileviamo in questa pittrice la capacità di cogliere ed offrici i mutamenti cromatici dei soggetti dipinti sotto le varie incidenze della luce; da questo ne deriva, si percepisce e ne scaturisce la potenza dell’opera dove l’attenzione dell’artista si esplica nella freschezza delle fronde degli alberi rese con verità infallibile nella pacata serenità dei boschi del nostro Appennino, nella ferma solennità delle chiese, nella visione contemplativa delle edicole e dei piccoli borghi montani.

Un lavoro di attenta, meticolosa ricerca a testimoniare gli umori dei paesaggi rappresentati ove possiamo percepire persino le vibrazioni del vento. La creatività della pittrice magnifica la natura nel suo spirito, innalzando alla purezza decorativa ogni elemento che della natura fa parte, amplificandone i contenuti fino a farne derivare fascini poetici ed insospettati. Possiamo parlare di sintesi creativa nella Marchi che si esplica in una pittura fatta di gioia e di forza, di serenità e purezza nella sua ampiezza e profondità di concetti pervasa sempre e comunque da delicato lirismo.

Come il poeta, lo scrittore che prende nota ma non trasferisce per iscritto ambienti e personaggi senza prima averli filtrati dalla sua sensibilità e sottoposti al vaglio dell’idea, così le opere pittoriche di Paola Marchi nascono dal suo intimo sentire che si traduce all’occhio dell’osservatore in una abilità meticolosa nella struttura delle singole cose che l’artista osserva, siano esse le ragnatele dei rami e cespugli spogli nella pacata tenue luce malinconica dei paesaggi autunnali ed invernali, oppure i borghi dai delicati registri del colore dove il paesaggio assume una sussurrata descrittività, così preziosa e delicata nei contrappunti del segno, che fa vibrare il colore scrivendo il tempo attraverso le fasi della natura.

Un mondo lirico procedente per traslati nei quadri della Marchi, equivalenze importanti nella poesia che ricrea atmosfere passate, una musicalità descrittiva di insieme nei soggetti trattati, persuasiva nello svolgimento tematico. Sempre, la narrazione cromatica degli elementi trattati si espande nei contenuti per immergersi nella nostra intimità, nelle percezioni, nei ricordi. Una latitudine pittorica elevatissima che trasmette emozione pura, che ci porta a rivivere le atmosfere e le ambientazioni tematiche dei dipinti quasi potessimo magicamente “passeggiare” all’interno del quadro. Estensioni, passaggi dalla musica al colore alla luce, lungo le trame della sensibilità dell’artista.

E’ una pittura che trasmette una profonda serenità all’animo dell’osservatore oltre a travalicare e fissare il piacere della visione; la massima comunicatività tradotta in immediatezza, unita alla serena visione del mondo circostante, che oltrepassa il limite descrittivo e prospettico in una densità unica di significato. Non quindi, appunto, il limite della “visualità” nelle opere della Marchi, non si tratta di una pittura che rimane in superficie, che non può essere “costretta”, ma si manifesta in intensi e potenti effetti di colore-luce.

L’immediatezza di ciò che l’artista vede nel paesaggio circostante viene abilmente resa con il motivo che ha suscitato l’emozione nel suo animo, senza improvvisazione ma con attento ascolto della propria anima e del proprio cuore. Il vero artista vede ciò che agli altri, ai più, sfugge o vede male nel poema della natura e di tutto ciò che ci circonda e Paola Marchi questo vedere lo espleta in maniera personalissima.

Anna Agostini
21 agosto 2016

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